Jean

di Antonella Ricco



Jean siede nel vuoto. I vetri ampi che gli stanno di fronte rivelano indifferenti il grigiore del mattino steso sulla strada bagnata.
La stanza riecheggia di un tenue gocciolare proveniente dalla cucina. Un casto silenzio s'aggira nella casa deserta. Jean teme che il più piccolo rumore possa distruggerlo. Decide di non muoversi. Una strana inquietudine si dilata nel suo animo come il biancheggiare dell'aria sulle enormi siepi del piccolo prato nudo, densa come un corpo freddo, privo di vita. Persino il moto scoordinato del suo pensiero teme possa corrodere l'immobilità del grande fantasma.
Chiude gli occhi, li copre con le sue mani: Jean è adesso prigioniero del suo corpo immobile sulla sedia. Prigioniero di quel simulacro di perfezione che abita da tempo tutto il suo essere.
I minuti scorrono a ritmo costante come le gocce d'acqua in cucina.
Jean attende qualcosa. Forsela rivelazione fisica del silenzio, le sue membra marmoree e inaccessibili, il suo volto perlaceo, i grandi occhi scuri carichi di immobilità.
I vetri della sua finestra sono macchiati di vapore. Il suo respiro è pesante. Nella sua mente sibila ina improvvisa voce, folle nel vorticoso fluttuare della sua danza. Un'irreale gioia afferra Jean.
È un richiamo intenso e vorace di vita. I fili del vuoto frattanto prendono forma, si solidificano in una massa durissima e cominciano a occupare tutto lo spazio della stanza, della casa.
Jean si scansa, non c'è più posto per lui. La voce infantile salta ancora nella sua mente.
Tira gran gomitate al vuoto, questo si fa subito molle e leggero, frantumato in mille molecole d'aria.
La voce di Robert Smith diventa un corpo gioioso nella sua mente, ma la solitudine muta e fastidiosa come una mosca notturna appiattisce quel corpo e lo riconsegna a Jean assurdo e lontano.
Jean continua a restare seduto al suo tavolo vuoto ormai da giorni.
La certezza dell'inutilità del movimento e del pensiero meschino e già vecchio ha chiuso in una grottesca posizione il corpo di Jean; per sempre.


Alto Tradimento #3
Solidificazione VeloceGambe d'Inchiostro