Solidificazione Veloce
di Carmela Ricco
Ho forzato i tuoi occhi e tu eri dentro una smorfia scolorita quasi svuotata del volume.
Presto, ne ero quasi certa, ti avrei visto sgonfiare e qualche pezzetto di carne staccato dalle guancie e dagli zigomi si sarebbe congiunto goffo e molle al pavimento.
Ti guardavo.
Continuavo.
Scrutare nel mio silenzio nero, tremante, sottile, quasi epidermico i tuoi occhi. Lievita il tuo corpo nell'immobilità. A stento esso contiene la tua aria smarrita, perplessa, irritata.
Perdi i contorni solidi, ben squadrati, che mai ho e hai visto sgretolare insieme allo spirito, adesso tentati a somigliare segretamente al nulla, al vuoto, al mio silenzio che ha originato quello strano mutamento.
-Cosa cerchi?- Mi chiedi.
Poi non guardo più nemmeno il tuo volto.
Ma non cado dalla voragine.
Scrutare la tua primissima allontana la mia. Andavi giù incerto e lento come la palla rossastra oltre la strada inscheletrita.
D'un tratto s'è articolata alle tue labbra una piega verso le orecchie, troppo trasparente. Ti sei solidificato prima di quanto avessi immaginato.
Alto Tradimento #3
Una Nenia Distorta — Jean